Trento HM 2015, la gara.

” Lancia il cuore oltre l’ostacolo, la testa seguirà “

Arrivo in piazza Duomo alle 7:30, non c’è ancora nessuno, solo gli addetti che iniziano ad organizzare la partenza.

Nascondo bene l’impazienza,ecco perché mi trovo così presto a girare per la piazza con la mia ragazza.

Tappa bar, un caffè, due chiacchiere, iniziano a vedersi i primi runner mattutini.

Sono impaziente è vero, ma molto tranquillo.

Un breve giro nei dintorni, iniziano ad arrivare tutti, è ora di prepararsi.Mi cambio, indosso il pettorale, streching.

Non ci sono le griglie, siamo in 691 ufficialmente, partenza tutti accalcati, Keniani, pro e meno pro.

Ho chiaro nella testa la strategia di gara.Imposto un passo di 4:00 e sto li, non di più, non di meno, senza strafare, ho paura di spingere troppo. Tenere questa media sarà molto dura lo so, ci sarà da combattere,ma mi porterebbe a concludere con un tempo effettivo di 1:24:24, assurdo se ci penso. Mi metto però chiaro nella testa di perdere qualcosa, quindi lavoro mentalmente per un più reale 1:25:00.

Sarà dura, durissima, sono qui per questo.

Prime centinaia di metri dove incontro di tutto, gente veloce, gente inchiodata a 6:00 davanti a tutti, non organizzare le griglie è cosi.

Prima curva secca a 90° sulla sinistra, vengo chiuso brutalmente e devo impegnarmi nel non inciamparmi in transenne e nastri di delimitazione messi a casaccio. Devo uscire dalla mischia e cosi faccio. Chiudo un primo km già a ritmo giusto, il che era difficile da credere per quei momenti iniziali. 3:57 min/km,ecco il passo che voglio tenere.

Nei primi chilometri devo dosarmi, devo tirare letteralmente il freno a mano per non essere troppo veloce. “imposta il passo, non strafare,sarà dura oggi”, il mio mantra per tutta la gara.

La schermata del Garmin è impostata solo sul passo, ho da guardare quello oggi.

Primi km che vanno via benissimo, la gambe stanno bene, piene e senza nessun fastidio. Il gruppo dei runner si è subito scremato, tutti sui 4:00 o sotto, il che va benissimo.

Ho i tempi di passaggio nella mente,devo arrivare ai 5 km in 20 minuti (4:00),ai 10 km in 40 minuti e ai 15 km in 1 ora e 20, poi  vedere dove si arriva.

Il percorso è molto nervoso, tante le curve, tanti i cambi di direzione e di terreno.Si passa dall’asfalto, si sale su marciapiedi, si passa in stradine con bolognini,ci sono piccoli saliscendi, il che non è proprio adatto se si è qui come me per provare il personale.

I primi 4 km se ne vanno via in modo anche troppo fluido, controllato, maniacale nel ritmo, non potevo voler di più. 3:57-3:58-3:59:3:58. Potrei fare il Pacer!

Arrivo al cartello dei 5 km, occhiata al garmin 19:52, bene cosi. Avanti con i prossimi 5 km.

Salto il ristoro dei 5 km, la gente estrae le spugne per gli spugnaggi direttamente dalle mutante, la scena fa ridere. E’ già la seconda gara che affronto dove il pacco gara contiene la spugna, quindi devi essere te a portarla durante la gara e inzupparla agli spugnaggi. Se la dimentichi a casa sono letteralmente cavoli tuoi.

La giornata è splendida, leggermente coperto, temperatura sui 18 gradi, la città è silenziosa, la gente che ci guarda è poca ma molto curiosa, i bambini fanno il tifo, qualche persona in solitaria pure. Trento ha accolto molto bene noi runner, guarda con curiosità ed educazione, vedo molti sorrisi, ed è importante per noi runner, alla fine siamo “lo spettacolo”.

Gambe divine,il cuore sembra non battere furioso come al solito, potente ma non in affanno. Respiro bene, non faccio cosi tanta fatica, a  momenti sembro lento, ma l’orologio è li che scandisce il passo, e mi mostra ogni volta di essere parecchio veloce.

Curve, su e giù, discese,salite, il percorso sinceramente non è cosi bello. Rimane molto vicino al centro, ma in zone isolate,anche se a tratti si hanno scorci monumentali importanti.

Si passa attraverso il quartiere residenziale del Muse,il famosissimo e bellissimo Museo di scienze  (quartiere “fantasma” a dirla tutta, visto che nulla è venduto… ),poi direttamente all’interno della biglietteria, fuori dentro in 3 secondi, nastro arancio che attraversa il giardino, curva e fuori.

3:55-3:53-4:04 e mi ritrovo all’ottavo km, tutto perfetto, “mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, cautela, controllo e concentrazione.

Mi superano, l’istinto di attaccarmi al runner c’è sempre, ma mi prometto di fare il mio ritmo.

Anche il nono km concludo con un 4:02, il Garmin è un po’ pigro e me mi mostra il lap ben dopo il cartello, sintomo che il percorso in centro città sta mettendo in difficoltà l’orologio.

Mi impegno per arrivare bene al decimo km, premo Lap per vedere il tempo giusto, un bellissimo 39:19, secondi preziosissimi, gara perfetta!

Si gira un angolo, a bordo strada un piccolo gruppo musicale suona il jingle di “Smoke on the water”, facciamo tutti il segno rock delle corna al passaggio, prendiamo un po’ di forza e torniamo concentrati.

Inizia la seconda parte di gara,si torna nella parte iniziale.Il percorso è organizzato in modo di fare 2 volte il giro di 10 km, con qualche lieve deviazione, ma per il resto nulla di nuovo, stesse strade, stesso tifo, stesse curve,disagio diverso.

Inizio a non essere più freschissimo, il cuore lo sento più sofferente ma è normale. Ripenso a quelle piccole salite che ho da poco affrontato, dovrò rifarle di nuovo, un po’ noioso a dirla tutta questo percorso.

Sono un turista giapponese? No, ecco perché il percorso non mi interessa più di tanto.

Testa bassa e mi concentro per arrivare bene al 15esimo.

Ormai siamo in piccolissimi gruppi sparsi, io con altri 2, un tizio dietro di me l’ho nominato “la cozza”, ha fatto la gara praticamente attaccato dietro di me.Pensavo fosse un caso, ma l’ho dimostrato quando imposto una curva più larga del previsto, e non riesco a togliermelo di dosso.Mi segue peggio della mia ombra, a tratti lo sento talmente vicino che temo mi calpesti i talloni.

L’individuo davanti a me di 2 metri invece lo nomino “slot machine”, ha delle monetine in tasca fastidiosissime, saltellano nella tasca frenetiche e fastidiose.

“Freschezza mia non mi lasciare” il mantra fino al 15esimo, sto bene ma non bene come i primi 10, il ritmo riesco a mantenerlo ancora bene,ma a volte mi trovo un pochino più lento, quindi devo correggere il ritmo.

Vengo distratto in lontananza dalla solita cara vecchietta in bici, ha la sua tipica faccia da “io ho da andare in centro in bicicletta,aspetto che tutti i runner arrivino a pochi metri da me poi mi getto in mezzo molto lentamente non guardandoli nemmeno,io non mi sposto, lo faranno loro”.

Calcolo il tempo giusto,”la cozza” è dietro di me e mi segue, mi sposto più a destra della strada, la vecchietta parte lentissima usando come ariete la sua bici, finto a sinistra poi torno sulla destra, accelero e la schivo manco fossi Messi.Spettacolo Beppe (Caressa) !

3:56-4:05-3:57 e sono al 13esimo, va ancora tutto bene, passiamo in una zona dove un altro gruppo musicale con bonghi fa un po’ di casino,ci sono anche delle specie di ballerine africane a bordo strada, e uno strano sciamano che agita un bastone.

Ennesima salita,mi pianto un pochino, ma ne supero alcuni.Grazie ripetute in salita!

Curva a destra, discesa, curva a sinistra bolognini, si torna in centro, siamo molto vicini perché sento lo speaker,deviazione e torniamo su strada secondaria.

Trento è strana, i negozi la domenica rimangono chiusi, cosi come la maggior parte dei bar e dei locali fuori centro.

Chiudo anche il 14esimo km,impegnandomi più del solito, sta uscendo un po’ di stanchezza, ma devo arrivare al 15esimo, e cosi faccio. Un bellissimo 59:07 impensabile!

Da questo momento in poi tutta un’altra gara, e un’altra storia. Una piccola salita mi pianta le gambe, accuso, supero e continuo.Inizia la stanchezza, i muscoli sopra il ginocchio danno fastidio. Prendo il gel che avrei dovuto prendere come solito al decimo, ma mi sono dimenticato.

Forse la testa, forse la questione di aver saputo di stare facendo un tempone, ma sono crollato.

Fatico come un matto a mantenere il passo, iniziano i calcoli, quanti km mancano.

4:11-4:04-4:11 e sono al 17esimo. Cosa mi prende? ho finito la benzina? ho tirato troppo? ho esagerato? domande, dubbi, PAURA.

Sono a 4 km dall’arrivo, si può rovinare TUTTO. Qui entra in gioco la testa.

Mantenere la calma, smettere di pensare, stringere i denti, concentrazione. Cerco di guardarmi intorno, ma non c’è più nulla che mi distrae, la testa torna ai fastidi alle gambe che mi sono venuti, non riesco più a tenere il passo.

Nebbia completa. Perdonatemi se da questo momento in poi anche la descrizione della gara diventa noiosa, ma in quell’istante ero veramente in difficoltà.

Con il senno di poi mi sento di dire che quello è stato l’istante più difficile che abbia provato in gara fino adesso.

Il momento più duro, dove bisogna letteralmente spegnere tutto, e seguire il CUORE.

18esimo, 4:10.

Cosa significa seguire il cuore? semplicemente NON ASCOLTARE LA TESTA.

La testa di può dire di tutto, di rallentare, di mollare un po’, di fermarti, ma non bisogna ascoltare, questa è LA FATICA CHE PARLA.

Il cuore invece dice tutt’altro, ti mette davanti agli occhi tutte le fatiche degli allenamenti che hai fatto nei mesi precedenti,le difficoltà, i sacrifici, tutte le ripetute in salita con il cuore in bocca,ti fa le domande giuste: sei venuto qui per mollare al 18esimo?

Il caldo di Agosto, l’afa, le sveglie all’alba prima di tutti…tutto questo per mollare al 18esimo?

Stringo i denti,l’orologio non serve più, tenere duro.

19esimo, 4:20.

L’orologio te lo mostra, ma devi non guardare, e cosi faccio. Sono lento, e lo sento, ma sono stanco.

Non si molla, a costo di morire qui a bordo strada cazzo.

20esimo,4:10.

Cuore, cuore, cuore. Questione solo di cuore, mi viene in mente il mantra che da sempre nella corsa mi accompagna.

” LANCIA IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO, LA TESTA SEGUIRÀ’ “.

Ormai siamo tornati in centro, L’ULTIMO KM, quello della gloria, della vittoria o della sconfitta.

Ultime forze, ultimi metri che non finiscono più, tappeto blu, il tifo, le urla, il traguardo, lo speaker.

La gara più difficile, la gara più sofferta.

La gara migliore.

Fatiche di mesi ripagate in un solo giorno.

1:23:40.

8 pensieri riguardo “Trento HM 2015, la gara.

  1. Che dire? Leggere mi ha fatto “ciccare” ancora di più per il fatto che non potrò partecipare alla VeniceMarathon per un infortunio.
    Un racconto bellissimo, che appassiona anche chi pratica il divano agonistico come sport…
    Complimenti per la corsa e il raconto.

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      1. In realtà corro da oltre vent’anni (non così veloce come te).
        Leggere il tuo post mi ha fatto pensare a quante volte ho stretto i denti pur di non fermarmi e “ciccare” perché non sono mai stato costretto a rinunciare per infortunio, fino a questa volta.
        Il divano si sente un po’ solo a casa nostra perché lo sfruttiamo poco…

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